L’ultimo giorno di scuola gli alunni delle classi quinte hanno condiviso un momento di saluto con compagni e insegnanti in chiusura dei cinque anni percorsi insieme. Di seguito i pensieri che i bambini hanno composto per i loro maestri.
“Buongiorno a tutti, benvenuti a questo piccolo spettacolo musicale. Attraverso le parole dei canti che abbiamo scelto vogliamo ripercorrere questi cinque anni che siamo chiamati a salutare.
Siamo entrati in questa scuola piccoli bambini insicuri e ne usciamo ragazzi e ragazze capaci delle nostre scelte, sicuri di voler essere protagonisti della nostra vita e mai spettatori.
Oggi siamo qui a dire il nostro “grazie” a chi in questi anni ci ha sostenuto, guidato, sgridato, ma anche abbracciato e protetto. Se oggi lasciamo questa scuola primaria con molte conoscenze e competenze, ma soprattutto con quel senso di responsabilità che ci contraddistingue, è grazie a voi insegnanti.
E’ un lungo viaggio quello che affronteremo, ma con il sostegno che ci avete dato sapremo realizzare i nostri sogni.
“Buon viaggio” di Cesare Cremonini è una canzone positiva, leggera ma carica di significato, dove il viaggio non è una proposta ma l’imperativo a lasciarsi andare, trovando il coraggio di prendere la strada che porta più lontano.
“Come un pittore” dei Modà è un inno alla bellezza del creato e noi cerchiamo solo le cose più belle della vita dipingendole con dei colori partendo dalle cose semplici. Noi, semplicemente, salutiamo la scuola primaria e ci prepariamo ad intraprendere un nuovo percorso di studi e di vita.
“Crescerai” dei Nomadi è un augurio a tutti noi bambini che ci stiamo incamminando sulla strada della vita. Stiamo crescendo e, in questi 5 anni, grazie a voi insegnanti, siamo quelli che vedete adesso: ragazzi e ragazze pronti ad affrontare a testa alta tutto ciò che la nuova avventura ci riserverà.
Carissime maestre, vorremmo donarvi la nostra immensa gratitudine per tutti quei momenti in cui ci siete state vicine. Ci avete incoraggiato, sostenuto e non vi siete mai arrese. Non vi siete perse d’animo nemmeno quando gli ostacoli si trasformavano in muri insormontabili. Grazie per tutte quelle volte in cui avreste voluto mollare ma, con la forza della passione, avete scelto di non farlo.
Ci avete insegnato a leggere e a scrivere, a valutare cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ci avete insegnato a sognare e a credere nei nostri sogni. Grazie per essere state, non solo insegnanti, ma anche persone che ci hanno voluto bene. Con la penna dell’amore avete scritto le pagine più belle dei nostri cuori. Grazie per aver trasformato l’insegnamento in una bellissima avventura.
Care maestre, con voi abbiamo riso, pianto, studiato (a volte non molto!) e giocato. Ci avete rimproverato per le nostre marachelle, ma anche elogiato per i nostri successi. E’ difficile trattenere le lacrime sapendo che l’anno prossimo non ci saremo più, ma sappiate che nei nostri cuori e nelle nostre menti avrete sempre un posto speciale.
Papa Francesco ha detto: perché amo la scuola? Proverò a dirvelo. ho un’immagine. Ho sentito qui che non si cresce da soli e che è sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere. Ho l’immagine del mio primo insegnante, quella donna, quella maestra, che mi ha preso a 6 anni, al primo livello della scuola. Non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola.
Voi, Alessandra, Violetta, Donatella e Desiré siete e sarete sempre le nostre uniche e super maestre!”