Ivonne, Francesco e Lorenzo, conducono i ragazzi in visita all’azienda, Camice bianco e cuffia per tutti. Emozionante l’esperienza di fronte ai lavoratori e alle macchine automatiche. Tutti imparano – ed è il messaggio più importante – che per produrre semplici oggetti per la cosmesi, in uso quotidiano, dietro vi sta uno straordinario lavoro di intelligenza, di inventiva e di precisione che nessuno s’immagina. Una cifra della vita: anche le cose semplici esigono serietà e impegno.

Siamo alla Lumson di Capergnanica e i visitatori sono i nostri studenti della prima e della seconda Liceo “Dante Alighieri”. Trentotto ragazzi e ragazze che studiano fisica e chimica e che vogliono toccar con mano l’applicazione concreta di tante regole studiate sulla carta e applicate ogni giorno nell’industria.

A salutarli il presidente dell’azienda, il dott. Matteo Moretti che è anche presidente del Polo della Cosmesi cremasca. Dà il benvenuto tutti gli ospiti e spiega anzitutto il significato del nome d’azienda: un significato di famiglia: LU che indica il nonno Luigi, M che richiama il cognome Moretti e SON che significa figlio. Il sig. Andrea ha voluto chiamare così l’azienda in onore del padre. Oggi Matteo ha preso il suo testimone. 

Moretti spiega ai ragazzi che la Lumson è un’azienda di packaging per cosmetici, una delle più universalmente quotate… vedremo anche brevetti e produzioni uniche al mondo. Si lavora plastica e vetro, “granulati plastici che trasformiamo in componenti attraverso stampi; componenti che poi vengono assemblati con un processo complesso e ne risultano contenitori che devono rispondere a tutti i requisiti per conservare liquidi, fondo tinta e creme. Non solo plastica ma anche vetro: contenitori molto più eleganti e punta di diamante della produzione, “perché nella cosmesi conta tantissimo l’eleganza!” E chiude con una novità assoluta: “Abbiamo flaconi – spiega il dottor Moretti – che sono in grado di interagire con i nostri cellulari: avvicino il mio telefonino al prodotto e mi appare l’elenco degli ingredienti, le modalità d’uso e tutto quanto mi interessa sapere. Idee che saranno in commercio fra due/tre anni. L’azienda possiede infine un magazzino totalmente informatizzato, vi lavorano robot in assenza di ossigeno per evitare al 100% gli incendi. 

Si parte per la visita, divisi in tre gruppi, guidati appunto da Ivonne, Francesco e Lorenzo. Ecco innanzitutto il reparto stampaggio: qui il granulato di plastica viene portato a temperatura per scioglierlo e produrre, attraverso stampi, le forme necessarie. Oggi la ditta utilizza 600 stampi e ha 24 macchine per stampaggio di precisione: gli oggetti escono perfetti! Poi vanno in linea per essere assemblati fra loro e produrre i diversi contenitori. Non manca comunque un controllo qualità tramite strumenti di misura come calibri ottici, ingranditori, cabine a luce controllata per valutare i colori. Se qualcosa non va, la merce viene bloccata e si valuta il da farsi.  Del resto tutto il processo di produzione è controllato e verificabile in tempo reale, perfino tramite cellulare. I ragazzi sgranano gli occhi davanti a una macchina automatica di assemblaggio che produce 2.200 pezzi all’ora. Gli operatori mostrano il funzionamento di alcuni oggetti e illustrano alcuni brevetti d’azienda.  “La Lumson va alla grande – illustrano – anche grazie ad una tecnologia progettata dai nostri tecnici e poi brevettata. Siamo gli unici al mondo a produrre un contenitore che fa sì che la crema non venga a contatto né con l’aria né con vetro, tramite un flacone in plastica inserito all’interno. Tutto allestito automaticamente. Tutto ecologico, perché – al termine dell’uso – le due parti possono essere separate di nuovo e differenziate dove di dovere. Vediamo una macchina che ne fa 800 di pezzi all’ora, ma ne è pronta un’altra che ne farà il doppio. La verniciatura del vetro può essere esterna, ma anche interna: quest’ultima è molto più complicata, ma esalta il vetro e dà un prodotto di grande eleganza 

Infine il reparto di serigrafia ceramica, dove si applicano scritte ai contenitori in vetro, tramite un processo di stampaggio mediante un telaio inchiostrato dov’è impressa in negativo la scritta da applicare sul pezzo, che entra subito in forno, viene portato alla temperatura di 600°, fondendo le scritte in modo indelebile sul vetro. E a conclusione vediamo anche la coloritura dei flaconi in vetro, secondo precisi parametri di colore.